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Video giocatori cercansi, rien ne va plus

Abilità sempre più privilegiate anche a livello di curriculum e selezione del personale, mentre il mondo del lavoro sembra incapace di reperire competenze adeguate alla crescente fame di intelligenza artificiale. I videogiochi come ambiente di formazione? Qualcuno potrebbe storcere il naso, ma la risposta è sì. Sono sempre maggiori i casi di aziende che, tra i curriculum dei candidati, prediligono quelli con profili da “gamer”, ossia giocatori di videogiochi. Sembrerebbe che l’attività video-ludica permetta di sviluppare competenze trasversali come l’intelligenza emotiva, la capacità decisionale, l’abilità di negoziazione e, ovviamente, la dimestichezza e la predisposizione al lavoro in ambito digitale. Non da ultimo, anche la capacità di lavorare in team. Infatti, i videogiochi permettono di “giocare”, attraverso la rete Internet, in maniera collaborativa/competitiva con altri utenti sparsi nella rete. Questo legame collaborativo, inoltre, permette di affinare le lingue stranier

Non si tratta di competere con le macchine ma di collaborare

Di che cosa parliamo quando parliamo d’intelligenza artificiale? “Parliamo della simulazione o dell’emulazione del ragionamento umano da parte dei calcolatori. Si tratta, cioè, di far «pensare» le macchine in modo da riprodurre il funzionamento o almeno i risultati dei processi cerebrali. È per questo che, fin dagli inizi, i calcolatori sono stati chiamati «cervelli elettronici»”. Fino a che punto la macchina può simulare l’attività mentale dell’uomo? Quali sono i limiti dell’intelligenza delle macchine rispetto all'intelligenza umana? In che cosa invece la prima supera la seconda? “Fin dagli anni ’50 si è pensato alla possibilità di far giocare le macchine a scacchi e di far loro dimostrare teoremi: gli scacchi e la matematica erano, e sono, considerate le attività più razionali dell’uomo. Oggi si può dire che quegli obiettivi sono stati pienamente raggiunti tant’è che già una ventina di anni fa un computer batté il campione mondiale di scacchi in carica, Gary Kasparov, e un a

L’affascinante sfida per il futuro tra etica e diritto

Carlo Fusi 7-9 minuti Abbiamo l’obbligo di interrogarci sull’equilibrio che una società è pronta ad accettare fra automazione e decisione umana, fra controllo e privacy, fra efficienza e garanzia L’intelligenza artificiale e la tecnologia digitale non sono una questione tecnica: sono una questione di persone. Esse ci obbligano ad interrogarci sull’equilibrio che una società è pronta ad accettare fra automazione e decisione umana, fra controllo e privacy, fra efficienza e garanzia. Temi fondanti il vivere comune, la cui regolazione non può essere il risultato né del solo mercato, né della sola tecnocrazia, anche se di mercato e di esperti abbiamo bisogno. Intelligenza artificiale e tecnologia digitale La sfida per il futuro tra etica e diritto L’intelligenza artificiale e la tecnologia digitale non sono una questione tecnica: sono una questione di persone. Esse ci obbligano ad interrogarci sull’equilibrio che una società è pronta ad accettare fra automazione e decisione um

Migliorare le capacità comunicative degli studenti, per il loro futuro

Nel nostro mondo sempre più tecnologico, è chiaro che i bisogni educativi dei nostri bambini stanno cambiando più velocemente di quanto gli insegnanti possano tenere il passo. Abbiamo accolto con favore la tecnologia nelle nostre aule, dotando gli studenti di computer e modificando il loro curriculum per includere nuovi soggetti destinati a prepararli per il futuro, solo per scoprire che , una volta laureati, ciò che hanno imparato sarà già obsoleto . Alcune cose non cambiano mai: le persone comunicano sempre Quindi, come possiamo affrontare la sfida di preparare gli studenti a un mondo che apparirà in qualche modo diverso da come lo è oggi? Fortunatamente, ci sono abilità che saranno sempre necessarie e in realtà sono ancora più richieste ora che i lavori di routine sono fatti da macchine e le carriere più promettenti stanno nel progettarli . Questo non vuol dire che gli educatori dovrebbero ritirarsi nell'insegnare fatti sorpassati , ignorando il ruolo della tecnologi

Verso una Repubblica digitale

Intervista a Luca Attias, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'Agenda Digitale   Il Team per la Trasformazione Digitale nasce, sotto la guida di Diego Piacentini, per avviare la costruzione del “sistema operativo” del Paese, una serie di componenti fondamentali sui quali costruire servizi più semplici ed efficaci per i cittadini, la Pubblica Amministrazione e le imprese, attraverso prodotti digitali innovativi. La struttura commissariale è stata istituita il 16 settembre 2016 con una scadenza iniziale al 16 settembre 2018. La struttura ha operato in regime di prorogatio fino al 30 ottobre 2018. Il 25 ottobre 2018 sono stato nominato, su proposta dello stesso Diego Piacentini, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri come nuovo Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale e la struttura è stata rinnovata. Il Team opererà fino al 31 dicembre 2019. Domani mi troverò davanti al nostro Presidente della Repubblica il cui livello

Sabina Minuto: ecco le strategie che funzionano nella mia classe

di Sabina Minuto8-11 minuti In ogni momento della mattinata i ragazzi mettono alla prova i docenti. A volte in modo consapevole, a volte inconsapevole. Sabina Minuto dice: “ho una sola domanda guida. Cosa funziona?“. Ecco le sue strategie Ore 7,30. Arrivo a scuola. È ancora buio ma di solito dalla finestra dell’aula di quinta vedo un’alba sul mare magnifica. Quasi ogni mattina faccio una foto. Poi vado al computer a stampare le mie Mini Lesson e il materiale per la giornata. A scuola non c’è ancora quasi nessuno. Io, i bidelli e Bruno, il mio responsabile di plesso. Un uomo fantastico che riassume su di sé la mission del nostro istituto: l’accoglienza. Noi lottiamo ogni giorno per tenerli a scuola i nostri ragazzi, per essere i loro adulti affidabili, per far vedere loro che la scuola conta,  è importante nella vita di tutti. Alle 7,55 suona la prima campana. Il sole oramai è già alto. Nell’aula non c’è nessuno. Eppure dovrebbero essere già tutti qui, quelli per cui io lavoro: gli

Minimalismo digitale, la nuova via per vivere bene con la tecnologia

di Daria Grimaldi - Università di Napoli Federico II La dipendenza dal mondo digitale, senza che spesso neanche ce ne accorgiamo (come ogni dipendenza che si rispetti), mina in profondità il nostro benessere sociale, ci rende più aggressivi, meno attenti alle cose importanti, paurosi di essere tagliati fuori dal bombardamento di notizie real time veicolato dagli strumenti digitali. E’ in questo contesto che si colloca la corrente del minimalismo digitale che, lungi dal demonizzare la tecnologia in sé, punta a “ripulire” la nostra mente dalle abitudini disfunzionali per aiutarci a ritrovare soddisfazione dalle care, vecchie azioni “analogiche”, come vedere un film o leggere un libro, senza essere continuamente interrotti da notifiche, email o messaggini. Si tratta di una rivoluzione mentale prima ancora che materiale. Ma può portarci, con un po’ di impegno e determinazione, a riappropriarci del nostro tempo. Indice degli argomenti Quanto tempo passiamo online? Ogni settimana il mio nu