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CORPO, PASSIONE E SENTIMENTI NELLA GRANDE RETE

Big data: il web ci ha rubato “la ragione” ANGELA AZZARO  Oltre ai dati personali per condizionare le campagne elettorali, sul web ci hanno “rubato” qualcosa di più prezioso: la ragione. Ormai, sempre più spesso, reagiamo agli eventi della vita (pubblica e privata) con la pancia, senza usare la logica o la ragione che dir si voglia. In questo humus - in cui i sentimenti primordiali la fanno da padroni - crescono fake news e il linguaggio dell’odio. C’è una cosa che non si è detta o che si è detta poco in questo affaire che riguarda il “furto” dei dati dai profili social ai fini elettorali e per la manipolazione dell’opinione pubblica. Il web non ci ha rubato solo gusti, desideri, orientamenti politici. No. Ci ha rubato qualcosa di più importante, di fondamentale: ci ha rubato la logica, la “ragione”, quel metodo o modo di pensare per cui due più due fa quattro e non dieci venti mille o duemila. Si è persa ciò quella capacità che bene descrive il dizionario alla voce ragione: «La fac

PROSEGUE LO SCANDALO SULLA VIOLAZIONE DEI DATI DEGLI UTENTI

Facebook e democrazia Il «Grande fratello» che spaventa il mondo ROCCO VAZZANA La preoccupazione che società private possano entrare in possesso dei dati degli utenti “social” per profilare messaggi elettorali costruiti su misura del singolo elettore ha contagiato ormai tutto il mondo. Lo scandalo Cambridge Analytica, la società che avrebbe violato i dati personali di 50 milioni di utenti Facebook per per sostenere la campagna elettorale di Donald Trump e la Brexit sembra aver aperto il vaso di Pandora. I sospetti di possibili interferenze nei processi elettorali vengono sollevati in ogni angolo del pianeta: dal Kenya alla Svizzera. Tutti, Gran Bretagna all’Unione europea in testa, pretendono spiegazioni da Mark Zuckeberg, che però continua la sua “latitanza” da giorni. Il silenzio potrebbe essere rotto oggi, secondo quanto riferisce alla Nbc News un portavoce dell’azienda guidata dal giovane miliardario, presentando un «focus sulla ricostruzione della fiducia». E in attesa delle dichi