Big data: il web ci ha rubato “la ragione” ANGELA AZZARO Oltre ai dati personali per condizionare le campagne elettorali, sul web ci hanno “rubato” qualcosa di più prezioso: la ragione. Ormai, sempre più spesso, reagiamo agli eventi della vita (pubblica e privata) con la pancia, senza usare la logica o la ragione che dir si voglia. In questo humus - in cui i sentimenti primordiali la fanno da padroni - crescono fake news e il linguaggio dell’odio. C’è una cosa che non si è detta o che si è detta poco in questo affaire che riguarda il “furto” dei dati dai profili social ai fini elettorali e per la manipolazione dell’opinione pubblica. Il web non ci ha rubato solo gusti, desideri, orientamenti politici. No. Ci ha rubato qualcosa di più importante, di fondamentale: ci ha rubato la logica, la “ragione”, quel metodo o modo di pensare per cui due più due fa quattro e non dieci venti mille o duemila. Si è persa ciò quella capacità che bene descrive il dizionario alla voce ragione: «La fac
Divenni mio padre una mattina di dicembre ...