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Quegli intellettuali vigliacchi che non si ribellarono all’antisemitismo

LANFRANCO CAMINITI Tanti tanti anni fa – stavo lavorando alla mia tesi di laurea sulla Sicilia dal 1943 al ’ 45, l’indipendentismo e quella roba lì – inciampai in un riferimento che mi straniò non poco: Finocchiaro Aprile, il leader indiscusso del Movimento indipendentista siciliano, scriveva al duce, lamentando che nonostante le leggi razziali quel tal professore, ebreo certificato, fosse ancora al proprio posto; e chiedeva perciò, vibratamente, che le cose venissero sanate, e quella cattedra venisse a lui assegnata, a lui che, come ogni documento poteva attestare, di pura razza italica era impastato. Mi chiedevo come fosse possibile una tal bassezza – Finocchiaro Aprile, che dallo sbarco degli alleati era stato il più “americano” degli antifascisti siciliani e il più antifascista degli “americani” siciliani. Fosse stato il bisogno – che ci fa commettere anche le azioni più terribili – avrei forse potuto capire; ma non poteva essere certo questa la motivazione per Finocchiaro Aprile,