Passa ai contenuti principali

Sabina Minuto: ecco le strategie che funzionano nella mia classe

di Sabina Minuto8-11 minuti
In ogni momento della mattinata i ragazzi mettono alla prova i docenti. A volte in modo consapevole, a volte inconsapevole. Sabina Minuto dice: “ho una sola domanda guida. Cosa funziona?“. Ecco le sue strategie

Ore 7,30. Arrivo a scuola. È ancora buio ma di solito dalla finestra dell’aula di quinta vedo un’alba sul mare magnifica. Quasi ogni mattina faccio una foto. Poi vado al computer a stampare le mie Mini Lesson e il materiale per la giornata. A scuola non c’è ancora quasi nessuno. Io, i bidelli e Bruno, il mio responsabile di plesso. Un uomo fantastico che riassume su di sé la mission del nostro istituto: l’accoglienza. Noi lottiamo ogni giorno per tenerli a scuola i nostri ragazzi, per essere i loro adulti affidabili, per far vedere loro che la scuola conta,  è importante nella vita di tutti.

Alle 7,55 suona la prima campana. Il sole oramai è già alto. Nell’aula non c’è nessuno. Eppure dovrebbero essere già tutti qui, quelli per cui io lavoro: gli studenti. Alle 8 la seconda campana suona accompagnando qualche alunno che transita nel corridoio. Dovrei iniziare la mia lezione. In classe ho forse 2 ragazzi arrivati nel frattempo. Alcuni si sono fermati alle macchinette per far colazione. Arrivano con il cappuccio in testa, le cuffie il caffè. Alle 8,10 inizio con rammarico ( tempo perso!)  a lavorare. Chi c’è, c’è. Mi dico. E qui comincia il bello. Sì perché questo mio lavoro è bellissimo. Dunque siamo in cinque, più o meno.

Poesia del giorno: leggo ad alta voce come un regalo. Finirà appesa nella bacheca fatta in classe. Ma la ascoltano in 4? Pazienza. Spero sempre che altri arriveranno e leggeranno. Nel frattempo arrivano studenti. Non insieme. Ognuno per conto suo. Uno ogni 5 minuti. La lezione si interrompe di continuo. La minilesson si prolunga. Riprendo il filo una, due, tre, volte. Faccio una fatica bestiale. Quando ne ho un numero considerevole seduto ( mai tutti) qualcuno chiede di uscire. Torna con la colazione e spesso la vuole consumare sul banco, proprio davanti a me che sto lì a lavorare per loro.

Perché vi dico racconto questo?

Perché capiate come lavorare in certe condizioni sia difficile. Ma altrettanto capiate come io abbia eletto proprio questa scuola, questo istituto a mio luogo di lavoro per scelta. Se fossi un adulto qualsiasi tra i tanti che non sopporta i ragazzi e men che mai gli adolescenti, avrei già, a quel punto della mattinata, “ sbroccato” come dicono loro. So che i ritardi, il mangiare, il non essere puntuale sono mancanze di rispetto verso di me e verso il regolamento di istituto. Ma quale altra scelta ho?

    Urlare ogni volta ai ragazzi che non sono puntuali e sgridarli. Perfino insultarli.
    Mettere richiami o note sul registro
    Chiamare il mio responsabile di plesso
    Fare romanzine su romanzine
    Arrabbiarmi tanto e decidere di non lavorare.

Tutto questo non funziona. Già sperimentato, non funziona affatto. Al massimo serve a far sospendere un alunno, con soddisfazione di molti. E poi? Io sono pagata per tenermeli sui banchi non per lasciarli fuori dalla porta. In quel momento io non sono un adulto qualsiasi. Sono l’adulto che rappresenta l’istituzione scuola. A casa mia posso permettermi di urlare e arrabbiarmi se mio figlio tarda. O mangia sul divano, o non toglie le cuffie. A scuola no. Io faccio così: ho una sola domanda guida. Cosa funziona? Cosa posso ragionevolmente fare per lavorare meglio con loro e ottenere passo passo anche un piccolo cambiamento? Che ruolo devo assumere davanti a loro? La mia versione adulto scocciato e anche un po’ iroso deve stare fuori della porta. Questo non vuol dire che io non lo sia. Anzi. Ma devo mettere in atto strategie che li aiutino e mi aiutino.

    Io faccio così: ho una sola domanda guida. Cosa funziona?

Strategia uno: l’ironia. Funziona sempre. Un veloce commento ironico ma benevolo sul fatto che almeno quella mattina sei arrivato! Tardi ma ci sei! E subito via a lavorare. Il foglio distribuito è già sul banco del ritardatario che normalmente si aggiorna dal vicino ( mai lo stesso; entrano e si seggono tutti insieme assiepati perché conta il gruppo non il posto).

Strategia due: ironia che sottolinea come il perdere tempo sia dannoso. Peccato! Ti sei perso 10 minuti della mia formidabile lezione caro alunno! Adesso datti da fare che siamo già avanti.

Strategia 3 : sorriso. Io sorrido sempre! Dico un sonoro buongiorno. Grazie di essere fra noi oggi. Ce la faremo ad arrivare alle 2! Coraggio! E via a lavorare. Oramai ho imparato. Devo essere quell’adulto che accoglie ma non giudica. Io non posso permettermi di perdere la relazione. L’apprendimento passa sempre e solo da lì.

In pratica in ogni momento della mattinata i ragazzi ci mettono alla prova. A volte in modo consapevole ( provocano) a volte inconsapevole. Che posso fare se voglio tenermeli a scuola e lavorare? Devo essere io ad esercitare un ruolo adulto non pretenderlo da loro. Io devo essere affidabile e ferma. Non deve passare il messaggio che tutto è lecito ma che io adulto sono in grado di tollerare da te un comportamento non corretto proprio perché io sono adulto e so gestire il rapporto, tu adolescente no. I ragazzi sanno bene che non sono una che lascia correre o che non tiene al rispetto delle regole. Solo gliele rammento in altro modo. Con l’esempio e spesso lasciando a loro la scelta di chi vogliono essere in quell’ora con me in classe. Io ti dico quali strade puoi percorrere ma lascio a te la responsabilità,  se no non cresceranno mai. Tutto questo ovviamente comporta una buona dose di incertezza (sul cosa succederà) e anche di notevole forza d’animo (che non mi manca, per fortuna).
Nella mia classe non porto mai con me i problemi di casa, i malumori, le scortesie del corridoio. Solo una volta i ragazzi mi hanno vista piangere forte quest’anno per un enorme dolore in diretta. Erano spaventati. E più affranti di me. Nella mia classe non porto pregiudizi o cerco di non farlo. Non appiccico etichette a nessuno, non sono sempre prevenuta sui risultati. E questo fa la differenza, credo. Cerco di far passare il messaggio: ognuno di voi mi sta a cuore. Dobbiamo farcela insieme. Non vi giudico da come apparite. Dimostratemi come siete.

    Non vi giudico da come apparite. Dimostratemi come siete.

Il problema è che spesso loro non sanno come sono o come potrebbero essere. Quindi tocca a me farlo scoprire. Due alunni di quinta mi han detto poco tempo fa che vogliono iscriversi a lettere. Non credo sia solo merito mio. Ma credo sia una cosa potente. Possiamo farlo, se vogliamo.

Nella mia classe non porto il mio sconforto mai. Solo entusiasmo. Tutto è sempre bellissimo, per tutto vale la pena di stare lì, anche solo per sentire leggere un quick write condiviso da chi magari ci ha lavorato tempo e ci ha messo notevole fatica. Nella mia classe non porto pesi. Il peso delle classifiche ad esempio, delle graduatorie, dei risultati . Le lascio fare agli altri, Fra noi ci sono pari che si confrontano, persone che non qualifico dal loro retroterra culturale o sociale. Ammetto i loro sbagli, le loro sicurezze, sto a sentire.

Nella mia classe invece porto me stessa. Autentica. In carne ed ossa senza finzione. Sono io e basta. Fuori della scuola come dentro, ma più padrona di me. I ragazzi non tollerano chi finge, non apprezzano le maschere. Il patto educativo fra me e loro é esplicito. Ne discuto a inizio anno. Io sono questa, voi chi siete? Una volta chiariti fondamentali possiamo poi lavorare.

Giorno dopo giorno vedo i mesi srotolarsi davanti a noi. Giorno dopo giorno, lavoriamo, parliamo, dibattiamo, costruiamo. Giorno dopo giorno colleziono fotografie dell’alba scattate dalla stessa finestra. Se qualcuno (!) arriva presto a volte fotografiamo insieme.  A volte ( entro la seconda campana) prendiamo anche un caffè. Ma poi si entra e si lavora. Il mio alunno A. dice sempre che io ho la testa dura. È vero. Chiedo tanto, ma spero di dare anche tanto.

Che gran soddisfazione: io faccio un mestiere bellissimo.


Fonte https://www.occhiovolante.com/2019/strategie/

Commenti

Post popolari in questo blog

Imparare a scrivere più velocemente con la tastiera, gratis e online

Imparare a scrivere più velocemente con la tastiera del comput er, gratis e online Quelli un po' più grandicelli si ricorderanno come, prima della diffusione dei personal computer, fosse complicato buttar giù con la macchina di scrivere anche una lettera di poche righe ... se si sbagliava voleva dire, spesso, dover ripartire da capo. Molti hanno imparato a digitare i caratteri sulla tastiera da soli, un po' alla volta ma senza nessuna guida ... senza proccuparsi troppo di sbagliare, tanto i tasti backspace o canc sono lì, belli comodi, e utilizzarli non comporta nessun problema. Poter utilizzare correttamente tutte le dita tuttavia ci consentirebbe di scrivere più velocemente. Ho trovato un servizio gratuito che consente di imparare a digitare sulla tastriera del nostro computer utilizzando le dita delle mani nella maniera corretta. Il servizio, gratuito e utilizzabile senza dover installare alcun programma , ci guida passo passo iniziando da esercizi con livelli di difficoltà...

Sincronizzare i contatti Google con la rubrica di Thunderbird, senza estensioni

 Beh, è davvero più facile di quello che credevo... . Con la versione SUPERNOVA di Thunderbird l'utilizzo di rubriche esterne non richiede nessuna operazione difficile, è già integrata la funzione nel programma. Mi sono sbattuto alla ricerca di estensioni che funzionassero, magari rinunciando all'ultima versione di Thunderbird per qualche incompatibilità. Ed invece. In sostanza i passaggi sono solo 3 e precisamente: Aggiungere una rubrica da New address book e scegliere cardDAV Quindi immettere nome utente: inserire il vostro indirizzo Gmail dove è presente la rubrica URL inserire il seguente indirizzo https://www.googleapis.com/carddav/v1/principals/ nomeutente@gmail.com /lists/default/  indicando l’indirizzo email corretto al posto di nomeutente . La sincronizzazione avviene immediatamente. Successivamente ogni modifica sul cellulare va a modificare anche i contatti sul PC e viceversa, quindi è a doppio senso. Ho trovato tutto qui e ringrazio chi ha postato: https://communit...

Generatore di frasi casuali

 Ricordo molti anni fa avevo una fotocopia.. chissà dov'è. Conteneva una tabella di frasi brevi o parole  che, unite, prese a caso da una riga dalla prima all'ultima colonna davano come risultato una frase corretta in italiano ma senza senso... utile per i politici. Ne ho risentito parlare ed ho scoperto che era materiale del libro Impariamo l'Italiano di Cesare Marchi. Bene, le frasi sono queste qui sotto e con Claude, senza conoscere niente di programmazione puoi divertirti a fare generare le frasi: clicca  https://claude.site/artifacts/81a64f7a-d9d5-4ca5-8281-5dea6af54f43   L’utenza potenziale si caratterizza per il ribaltamento della logica assistenziale preesistente nel primario interesse della popolazione sostanziando e vitalizzando nei tempi brevi, anzi brevissimi la trasparenza di ogni atto decisionale Il bisogno emergente ...