Storiella dell’asino e del maiale
V’era in fattoria piccina
Ben graziosa e rinomata
Nella città lì vicina
Una bizzarra accoppiata
L’un maiale po’ grassotto
L’altro servile somaro
E ogni giorno il primo sotto
Criticava lo comparo:
“Coin, coin, scemo devi stare
Che ogni giorno porti in spalla
Sassi o grano da mangiare,
O martello o sega o pialla!
Non capisci che l’umano
Fannullone, buono a niente
Da te si fa dar ‘na mano
Mentre tutta l’altra gente
Non si cura del tuo stato
Ti da poco nutrimento
Trattati da inanimato
Finché in fine sia contento?
Tu lavori senza pegno
Che demente, grosso idiota!
Non lo sai che ‘l sol tuo impegno
Fa girar per lor la ruota
Che li mena alla ricchezza
Mentre tu te’n vivi grave
Ed in cambio di stanchezza
Te ne vengon poche fave?
Guarda me che sono furbo
Tutto ‘l giorno rilassato
E non prendo alcun disturbo
Per non esser ringraziato;
Mangio, bevo, dormo e cago
E null’altro è la mia vita
Paradiso è questo vago
Campo senza margherita!”
Detto questo se ne andava
Dello scherno ben contento
Con sue puzze soffocava
Tutto ciò ch’è sotto vento.
Tutto ciò fu ripetuto
Per lunghissimo e gran tempo
Tutti i giorni l’un seduto
Mentre l’altro porta in grembo,
Sulle spalle, mille sacchi
Che di soma sono prese
E un carretto pien di pacchi
Direzione del paese
Finché poi s’avvenne un giorno
Che nel mentre l’asinello
Si trovava sul ritorno
Così ben parlò ‘l porcello:
“Coin, coin scemo sei lo giuro
Ti vedei che te ne andavi
Con un peso son sicuro
Non fu men di mille glavi!
Guarda me che nulla faccio
Me la spasso senza fallo
Ben carnuto ho ancora ‘l braccio
E nessun su mani callo…
Ma tu sei decerebrato
Questo già non puoi capire:
Abbandona il padronato
Per ti infine divertire!
Forse ‘l mio ragionamento
Dacché troppo sei demente
Presso te l’intendimento
Di codesto non lo sente!
Vada, ok, sei troppo idiota,
Sono stanco di parlare
Torna a ciotola tua vuota
Che m’en vado a rimpinzare.”
“Sarò idiota oh bel porcello
Ma dirotti che ho notato
Che tu non sei proprio quello
Ch’era qui l’anno passato!”
V’era in fattoria piccina
Ben graziosa e rinomata
Nella città lì vicina
Una bizzarra accoppiata
L’un maiale po’ grassotto
L’altro servile somaro
E ogni giorno il primo sotto
Criticava lo comparo:
“Coin, coin, scemo devi stare
Che ogni giorno porti in spalla
Sassi o grano da mangiare,
O martello o sega o pialla!
Non capisci che l’umano
Fannullone, buono a niente
Da te si fa dar ‘na mano
Mentre tutta l’altra gente
Non si cura del tuo stato
Ti da poco nutrimento
Trattati da inanimato
Finché in fine sia contento?
Tu lavori senza pegno
Che demente, grosso idiota!
Non lo sai che ‘l sol tuo impegno
Fa girar per lor la ruota
Che li mena alla ricchezza
Mentre tu te’n vivi grave
Ed in cambio di stanchezza
Te ne vengon poche fave?
Guarda me che sono furbo
Tutto ‘l giorno rilassato
E non prendo alcun disturbo
Per non esser ringraziato;
Mangio, bevo, dormo e cago
E null’altro è la mia vita
Paradiso è questo vago
Campo senza margherita!”
Detto questo se ne andava
Dello scherno ben contento
Con sue puzze soffocava
Tutto ciò ch’è sotto vento.
Tutto ciò fu ripetuto
Per lunghissimo e gran tempo
Tutti i giorni l’un seduto
Mentre l’altro porta in grembo,
Sulle spalle, mille sacchi
Che di soma sono prese
E un carretto pien di pacchi
Direzione del paese
Finché poi s’avvenne un giorno
Che nel mentre l’asinello
Si trovava sul ritorno
Così ben parlò ‘l porcello:
“Coin, coin scemo sei lo giuro
Ti vedei che te ne andavi
Con un peso son sicuro
Non fu men di mille glavi!
Guarda me che nulla faccio
Me la spasso senza fallo
Ben carnuto ho ancora ‘l braccio
E nessun su mani callo…
Ma tu sei decerebrato
Questo già non puoi capire:
Abbandona il padronato
Per ti infine divertire!
Forse ‘l mio ragionamento
Dacché troppo sei demente
Presso te l’intendimento
Di codesto non lo sente!
Vada, ok, sei troppo idiota,
Sono stanco di parlare
Torna a ciotola tua vuota
Che m’en vado a rimpinzare.”
“Sarò idiota oh bel porcello
Ma dirotti che ho notato
Che tu non sei proprio quello
Ch’era qui l’anno passato!”
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