Abilità sempre più privilegiate anche a livello di curriculum e selezione del personale, mentre il mondo del lavoro sembra incapace di reperire competenze adeguate alla crescente fame di intelligenza artificiale. I videogiochi come ambiente di formazione? Qualcuno potrebbe storcere il naso, ma la risposta è sì. Sono sempre maggiori i casi di aziende che, tra i curriculum dei candidati, prediligono quelli con profili da “gamer”, ossia giocatori di videogiochi. Sembrerebbe che l’attività video-ludica permetta di sviluppare competenze trasversali come l’intelligenza emotiva, la capacità decisionale, l’abilità di negoziazione e, ovviamente, la dimestichezza e la predisposizione al lavoro in ambito digitale. Non da ultimo, anche la capacità di lavorare in team. Infatti, i videogiochi permettono di “giocare”, attraverso la rete Internet, in maniera collaborativa/competitiva con altri utenti sparsi nella rete. Questo legame collaborativo, inoltre, permette di affinare le lingue stranier
Divenni mio padre una mattina di dicembre ...